F.A.0145
Tractatus de formatione libelli in syndicatu quamplurium auctorum,
nempe Baldi de Perusio, Angeli de Perusio, Cataldini de Boncompagnis, Amedei Iustini,
Paridis de Puteo, et Augustini Dulceti Veronensis ... nouè verò a D. Gabriele Sarayna, I.C. Veronensi in vnum congesti ... -
Venetijs, 1576.
360, [60] c. ; 4°
particolare della marca tipografica sul frontespizio -- mm 70 x 72 (Riferimenti: CNCM 177;
V 472; Z 153)
Questa marca compare in poco più di una ventina di edizioni stampate a Venezia tra il 1556 e il 1599. È associata,
a seconda dei casi, ai nomi di Lorenzo Bertelli, Bartolomeo Rota, Giovanni Antonio degli Antoni il vecchio, agli eredi Sessa e alla Compagnia dei tipografi (Societas typographorum); o compare,
come in questo caso, senza alcuna indicazione su tipografo/editore responsabile della pubblicazione.
Quel che è generato dalla virtù, frutto della virtù, non deve essere tenuto per sé da chi l'ha ottenuto, ma messo
a disposizione dei propri simili. Questo dice il motto: Virtute parta non sibi tantum. L'immagine, dove una grande aquila
tiene sotto gli artigli un cervo o un cerbiatto ormai morto di cui si nutrono due aquilotti, mentre un terzo lo vediamo scendere dal cielo per partecipare al
banchetto, dice la stessa cosa. Ma dice anche altro.
Il concetto è certamente adeguato all'attività di chi, attraverso la stampa, diffonde il sapere. L'esempio scelto per illustrarlo colpisce soprattutto per l'idea predatoria di virtù e conoscenza che mette in primo piano. La virtù del Principe di Machiavelli.
Una scena analoga si trova sul rovescio della medaglia di Alfonso V, re di Sicilia e d'Aragona, opera di Pisanello (1449).
Come scrive Wittkower, p. 235, l'iscrizione Liberalitas Augusti chiarisce il senso dell'immagine
che, in quel caso, "vuole evidentemente simboleggiare la generosità regale".
La fonte più remota è Plinio, sempre secondo la ricostruzione di Wittkower, che ne illustra anche il passaggio attraverso
autori e testi medievali, fino al Fiore di virtù. Una miniatura di questa "raccolta toscana di leggende moralizzate a soggetto zoologico"
potrebbe essere all'origine dell'immagine sia nella medaglia di Pisanello che nella nostra marca tipografica.
Intanto era arrivata una grande aquila. Bussò alla torre e disse: Smettete di essere poveri. Tornate ai vostri tesori e fatene uso.
(Rabbi Nachman di Breslav, I sette mendicanti)
vedi anche:
il frontespizio
la voce aquila nel
Medieval bestiary e in
Bestiaria Latina
la voce cervo in
Bestiaria Latina
Gli animali in alcune marche tipografiche
dei secoli XVI-XVII
[a cura di a.l.]