Università di Modena e Reggio Emilia -
CSBA - Fondi antichi
Gli animali in alcune marche tipografiche dei secoli XVI-XVII (2)
+ | gatto e topo (1) |
+ | gatto e topo (2) |
+ | serpente alato |
+ | pavone |
2. marche e emblemi
+ | ritratto di Alciati |
+ | delfino |
+ | colomba |
+ | conigli |
+ | gru |
+ | cane e murice |
+ | aquile e cervo |
+ | unicorno |
+ | salamandra |
+ | leone e api |
agg.to: aprile 2018
[a cura di a.l.]
L'accoppiamento dell'immagine con le parole del motto rimanda alle varie forme di letteratura emblematica che si impone tra Cinque e Seicento. Immagine e motto sono in questo ambito definiti rispettivamente corpo e anima dell'emblema o dell'impresa.
Andrea Alciati, in una lettera del 9 gennaio 1523 indirizzata all'amico libraio e editore Francesco Calvo,
spiega il senso del suo Emblematum liber, nato come una raccolta di epigrammi.
In ognuno di essi, dice,
"descrivo qualcosa che, tratto dalla storia o dalla natura, significa elegantemente, e dal quale pittori,
orefici e chi lavora i metalli possano trarre quelli che chiamiamo scudi e fissiamo sui nostri copricapi,
o usiamo come insegne: l'àncora di Aldo, la colomba di Frobenio e l'elefante di Calvo [...]".
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I primi due esempi proposti sono marche tipografiche, che hanno al centro degli animali tra quelli a cui la tradizione antica e quella cristiana avevano attribuito i significati più nobili.
Il delfino, che si attorce all'ancora nella marca di Manuzio,
nell'antichità pagana [...] era tenuto come l'amico dell'uomo; e si affermava che molti in procinto di annegare erano stati salvi mercè sua. [...] Queste idee di salvezza [...], l'affetto che si credeva portasse ai mortali, spiegano come i primitivi cristiani lo facessero simbolo ed immagine di Cristo Salvatore [...]. Il Delfino, considerato in Araldica come il più nobile dei pesci [...]. (Guelfi Camaiani, p. 225-226)
Nella marca dei Froben, attivi a Basilea dal 1490 al 1585, due mani che escono dalle nuvole (una mano, nella versione primitiva di Johann Froben a cui si riferiva Alciati)
reggono un caduceo sul quale posa una colomba:
Questi uccelli favoriti di Venere; spesso nelle effigii della dea, noi li vediamo accrescere grazia alla vaghissima divinità. [...] ma è soprattutto nella religione cristiana che la colomba ha la parte preponderante come simbolo. [...] In araldica simboleggia l'Amore casto e puro, la Pace coniugale, l'Animo semplice e benigno e la Dolcezza. (Guelfi Camaiani, p. 148-149)
L'elefante di Calvo (il suo corrispondente) è invece, come riferisce Gabriele nell'introduzione a Alciati, Emblemi, p. XVI, "uno scherzoso richiamo alla lentezza dell'amico nello sbrigare gli affari".