3. tartaruga, antichi
Ci sono diverse testimonianze antiche dove a cavallo di una tartaruga compare una figura di efebo o di uomo, più raramente
di donna, ma anche di satiro o di scimmia. Sono passate in rassegna da Heraion II, p. 307-311, poi da
Settis, p. 47 sgg.
È soprattutto Settis che ne ha approfondito la spiegazione come varianti dell'eroe che si dirige
verso il mondo dei morti. E questo proprio in base all'animale rappresentato, costantemente
associato ai racconti di morte richiamati sempre da Settis.
- Un passo della perduta opera di Polemone di Ilio [...] narrava la storia della celebre etera Laide [...]: innamoratasi di un certo Pausania tessalo, fu uccisa, in Tessaglia, da alcune donne che la colpirono, per invidia e gelosia, nel santuario di Afrodite, con le tartarughe di legno. (p. 27)
Poi la morte di Eschilo. Recatosi in Sicilia, a Gela, ed uscito dalle mura della città, si sedette in un luogo soleggiato, su un masso, meditando e scrivendo; qui, sotto la sicura volta del cielo,
sperava di poter evitare la morte, che i fati gli avevano predetta per quel giorno. Ma un'aquila che, secondo il suo costume, aveva catturato una tartaruga e, trasportatala in alto, cercava una pietra
su cui lasciarla cadere per frantumarne il guscio, ingannata dalla lucentezza del cranio calvo del poeta, vi gettò sopra la sua preda, uccidendolo [...]. (p. 33-34)
- Ma più terribile ancora può essere la tartaruga, pauroso mostro divoratore di uomini presso le Skironides petrai nell'Itsmo, dove Scirone gettava in mare gli stranieri di passaggio: a questo punto sopraggiungeva, dal suo infestum spelaeum, la tartaruga, a rapire o mangiare la vittima: e questa fu la misera fine dello stesso Scirone, buttato anch'egli in pasto al mostro da Teseo. (p. 44-45)
C'è poi la favola di Chelone, che troviamo nel commentario all'Eneide di Servio (I, 505):
virgo quaedam nomine Chelone, linguae inpatientis fuit. verum cum Iuppiter Iunonem sibi nuptiis iungeret, praecepit Mercurio, ut omnes deos et homines atque omnia animalia ad nuptias convocaret. sed omnibus quos Mercurius monuerat convenientibus, sola Chelone, irridens et derogans nuptiis, nectens moras adesse contempsit. quam cum Mercurius non venisse notavisset, denuo descendit ad terras et aedes Chelones supra fluvium positas praecipitavit in fluvium ipsamque Chelonen in animal sui nominis vertit, quam nos Latine testudinem dicimus, fecitque, ut pro poena dorso tectum, velut domum suam prona portaret [...].
Il dio psicopompo, guida delle anime agli inferi, crea quindi la tartaruga che avrà poi la stessa funzione per l'eroe che la cavalca.