Università di Modena e Reggio Emilia -
CSBA - Fondi antichi
i Gadaldini : la marca tipografica : 9. il bambino, tornare
+ putti: Rinascimento
| + 1 ; + 2 ;
+ 3 ; + 4 ; + 5 ; + 6 ; + 7 |
| + Esopo | |
| + Bomarzo |
| + metopa | |
| + terracotta | |
| + specchio | |
| + Ermes psicopompo |
| + the Mock Turtle |
| + la Bibbia di Borso | |
| + Schifanoia |
| + Aquileia, Plèroma | |
| + due galli due tartarughe | |
| + bambino e gallo |
| + Kalila e Dimna | |
| + Ms. arabo; Cosmè Tura | |
| + Mss. persiani | |
| + scimmie, bambini |
| + purezza, amore | |
| + fecondità | |
| + regalità | |
| + salvezza |
| + giochi | |
| + L'infanzia nasce ... | |
| + putti: gli antichi | |
| + putti: Rinascimento | |
| + La tortue |
[a cura di a.l.]
I putti vendemmiatori, dopo gli esempi dei sarcofagi orfico-dionisiaci e dei primi secoli cristiani, ricompaiono in pieno Rinascimento con gli splendidi affreschi di Lorenzo Lotto a Trescore. Il motivo è sempre quello della rinascita, della salvezza attraverso "il sangue della vigna", il beneficio di Cristo.
Dempsey ha mostrato che a partire dal Quattrocento, con Donatello, la ripresa dei putti come figure ricorrenti nell'arte italiana assume caratteri specifici. E il termine "putto", o "amorino", non è all'epoca quello più usato. Si parla allora soprattutto di spiritelli.
Questi bambini,
spesso alati ma non necessariamente, sono figure intensamente attive e giocose, che traducono in immagini tutto quel che è vita, gioia, musica, movimento.
Non si tratta soltanto di immagini vagamente allegoriche. Nel pensiero medico e filosofico del medio evo e del Rinascimento -- è sempre Dempsey (p. 43 sgg.) a ricordarlo -- gli spiriti sono concepiti come potenze all'origine di tutte le funzioni corporee. Attraverso vene, arterie e nervi, trasmettono nutrimento, dati sensori, emozioni. Hanno un'esistenza reale, per quanto estremamente volatile.
Spirito vitale, spirito animale, spiriti sensitivi, spiriti del viso, spirito naturale: è col gioco di queste potenze che Dante spiega nella Vita nova quel che gli succede all'incontro con Beatrice. È a questa famiglia che appartengono gli spiritelli del Rinascimento italiano.
La loro presenza è frequente, come nell'antichità, su monumenti funebri dove danno alla promessa cristiana di salvezza una leggerezza e una festosità che non passano inosservate, in quanto abbastanza rare nella nostra tradizione.

Il primo tra i precedenti medievali che Dempsey (fig. 26, p. 22) cita per la figura del putto rinascimentale è il genietto reggifiaccola, attribuito a Wiligelmo, che si trova sulla facciata del Duomo di Modena. Anche qui, ben visibile a Antonio Gadaldini e ai suoi successori, il putto annuncia, con la corona che regge nella mano destra, la vittoria sulla morte.
D'altra parte in piazza a Modena, a due passi dalla bottega e dalla stamperia dei Gadaldini, sulla facciata delle Beccherie tra le figure dipinte da Nicolò dell'Abate erano anche dei putti vendemmiatori.