Università di Modena e Reggio Emilia -
CSBA - Fondi antichi
i Gadaldini : la marca tipografica : 9. il bambino, tornare
+ giochi
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| + giochi | |
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[a cura di a.l.]
Nel suo saggio su Giocattolo e gioco (Benjamin, Ombre, p. 86-91, a p. 90 il brano citato)
Walter Benjamin si è occupato della "grande legge che regola l'intero mondo dei giochi":
[...] la legge della ripetizione. Sappiamo che essa costituisce l'anima del gioco infantile; che nulla rende più felice il bambino dell'ancora una volta. Qui, nel gioco, l'oscuro impulso alla ripetizione agisce con una violenza che è appena minore di quella con cui opera l'istinto sessuale nell'amore.
[...] ogni esperienza più profonda vuole insaziabilmente, fino alla fine di tutte le cose la ripetizione e il ritorno [...].
Nel gioco -- dove si tratta di dare consistenza, forma a un mondo -- agisce quella facoltà mimetica di cui ha scritto ancora Benjamin, sviluppando pensieri nati nel corso
della stesura della sua Infanzia berlinese (Angelus Novus, p. 68-71, a p. 68 la citazione che segue):
La natura produce somiglianze. Basta pensare al mimetismo animale. Ma la più alta capacità di produrre somiglianze è propria dell'uomo. [...] Egli non possiede, forse, alcuna funzione superiore che non sia condizionata in modo decisivo dalla facoltà mimetica.
[...] la sua scuola è per molti rispetti il gioco. Il gioco infantile è tutto pervaso da condotte mimetiche, e il loro campo non è affatto limitato a ciò che un uomo imita dall'altro. Il bambino non gioca solo a "fare" il commerciante o il maestro, ma anche il mulino a vento o la ferrovia.
Naturalmente ci sono diversi modi di tornare, diverse forme della ripetizione: spettro (revenant) e risorto. C'è l'incubo dell'eterno ritorno registrato da Blanqui, rinchiuso nel Fort du Taureau, dove stelle e uomini ripetono all'infinito la loro vita che muore: L'éternité par les astres. E c'è quella cosa di cui vivono il gioco del bambino e quello degli innamorati, ancora una volta, "sempre sulla riva di un giorno". Ancora.
Il bambino che nasce dice alla tartaruga: "Sono un bambino, ecco i miei gigli bianchi, ciao". E sputa. La tartaruga risponde: "Sono un bambino, ecco i miei gigli bianchi, ciao", e sputa.
Nella terra, che così è stata innaffiata, cresce un ammasso di fango e prende la forma di un bambino a cavallo di una tartaruga, ha in mano dei gigli. Il bambino dice alla tartaruga: "Sono un bambino, ecco i miei gigli bianchi, ciao". Sputa. La tartaruga risponde: "Sono un bambino, ecco i miei gigli bianchi, ciao", e sputa.