Università di Modena e Reggio Emilia -
CSBA - Fondi antichi
i Gadaldini : la marca tipografica : 6. gallo e tartaruga
| + 1 ; + 2 ;
+ 3 ; + 4 ; + 5 ; + 6 ; + 7 |
| + Esopo | |
| + Bomarzo |
| + metopa | |
| + terracotta | |
| + specchio | |
| + Ermes psicopompo |
| + the Mock Turtle |
| + la Bibbia di Borso | |
| + Schifanoia |
6. gallo e tartaruga
| + Aquileia, Plèroma | |
| + due galli due tartarughe | |
| + bambino e gallo |
| + Kalila e Dimna | |
| + Ms. arabo; Cosmè Tura | |
| + Mss. persiani | |
| + scimmie, bambini |
| + purezza, amore | |
| + fecondità | |
| + regalità | |
| + salvezza |
| + giochi | |
| + L'infanzia nasce ... | |
| + putti: gli antichi | |
| + putti: Rinascimento | |
| + La tortue |
[a cura di a.l.]
Nel mosaico pavimentale dell'Aula nord della basilica di Aquileia, in quella che Iacumin 2000 (p. 73-86; p. 81 per la citazione seguente)
ha individuato come zona del Plèroma,
vediamo rappresentati un gallo e una tartaruga affrontati alle cui spalle, su una mensola, sta una piccola anfora:
Il principio dualistico gnostico del bene e del male è qui visto in funzione del movimento di ascesi; attraverso questa contrapposizione si perviene allo Spirito, che è in primo luogo la fonte del profumo che si diffonde nell'universo. L'anforetta di profumo sta sulla mensola, in alto, mentre l'annunciatore della luce -- il gallo -- e il custode del Tartaro -- la tartaruga (tartaroucos) -- stanno di fronte, in uno stadio dell'ascesi verso il profumo dello Spirito.
Il gallo "annunciatore della luce" è una figura del Cristo, e della resurrezione:
| preco diei iam sonat, noctis profundae pervigil, nocturna lux viantibus, a nocte noctem segregans. |
già suona l'araldo del giorno, custode della notte profonda, luce notturna ai viandanti che separa la notte dalla notte. |
Seconda strofa dell'inno ambrosiano Aeterne rerum conditor.
Seguono quelle sul gallo al cui canto ritorna la speranza, ai malati è ridata la salute, il violento depone la spada e torna la fede a chi l'aveva perduta; poi l'invocazione finale:
Gesù, guarda chi vacilla [...] tu, luce, rifulgi ai sensi - scuoti il sonno delle nostre menti [...].
Per la tartaruga/tartaroucos citiamo ancora Iacumin 2000 (nota 81, p. 115):
Tartaros + oikos, ossia "abitatore del Tartaro", come viene attestato nel greco tardo e come appare nel latino cristiano, tartaruca. [...] Troviamo questo nome, attribuito al demone che custodisce gli Inferi, nell'Apocalisse di Pietro (135 d.C.): "E l'Angelo che è custode degli Inferi (Tatirokos) sopraggiungerà e li colpirà con tormenti ..." (Cap. V); è ripreso nell'Apocalisse di Paolo, 18: "Ed udii una voce che diceva: sia quell'anima abbandonata alle mani di Tartaruchus".
Rispetto alla marca dei Gadaldini, la tartaruga è senz'altro l'elemento comune. L'immagine del gallo che annuncia il giorno, la luce, incontra quella del bambino: il profumo che si diffonde dal vasetto di Aquileia si confonde con quello dei nostri gigli. Gallo, tartaruga, profumo; bambino, tartaruga, gigli.
A Aquileia poi in realtà abbiamo due galli e due tartarughe, mentre vale la pena di ricordare che tra gli animali legati a Ermes/Mercurio c'è, oltre alla tartaruga, anche il gallo.
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