Università di Modena e Reggio Emilia -
Biblioteca universitaria giuridica
Fondo antico - Immagini della Giustizia: antiporte: Vultejus, Jurisprudentiae Romanae ... libri II
testatine
(1), (2)
finalini
capilettera
attributi
storia (1), (2), (3)
"persona"
varie:
mano, occhio
triangoli (1), (2)
simmetria
Hypnerotomachia
[a cura di a.l.]
antiporte e frontespizi incisi:
H. Vultejus, Jurisprudentiae Romanae ... libri II, 1652
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In questa antiporta il ritratto dell'autore compare all'interno di una scena complessa che, almeno in parte, la dedicatoria del curatore Johann Just Wynckelmann ai principi Wilhelm VI di Hesse-Cassel e Ludwig VI di Hesse-Darmstadt aiuterà a decifrare.
La corona d'alloro che incornicia il busto di Vultejus, segno della sua gloria di giurista, è retta da due leoni rampanti.
La nativa magnificenza della CASA DI HESSE -- scrive Wynckelmann -- è nel LEONE. E [...] la GIUSTIZIA è posta sotto il simbolo del LEONE, poiché il giudice giusto deve essere di animo intrepido e forte, affinché né minacce né preghiere possano smuoverlo da ciò che è equo e buono; e gli si confà discutere e ponderare crimini e meriti di tutti sugli uguali piatti della BILANCIA, per attribuire a ognuno ciò che merita.
Alla simmetria della bilancia rinviano anche la disposizione dei due leoni ai lati del ritratto, la doppia cornucopia alla base e, in alto, i due angeli che soffiano nelle loro trombe. Sono trombe alate come la fama di Vultejus (vediamo il suo blasone al centro della corona retta dagli angeli): da ognuna di esse pende uno stendardo con l'immagine della bilancia.
Il leone sulla sinistra impugna uno scettro che termina in un occhio, mentre quello sulla destra porta una bandiera con l'aquila bicipite del Sacro Romano Impero.
Trattandosi di un libro scritto e stampato in Germania, il simbolo imperiale non richiede particolari spiegazioni. Per lo scettro-occhio Wynckelmann ricorda gli Egizi, che con questo simbolo avrebbero mostrato la necessità di esercitare l'imperio con prudenza e vigilanza -- doti di cui viene presentato come straordinario campione Filippo di Hesse.
(Si confronti anche, nel nostro Fondo antico, la marca tipografica di Francesco Bindoni il giovane).
Al di sotto del ritratto una figura femminile, incoronata, ha una
spada nella mano destra e tiene la sinistra sul capo di un bambino che vediamo al suo fianco.
Alle spalle della donna la scritta: "RES PUBLICA".
Il bambino ha il braccio sinistro ripiegato sotto il destro che è invece dritto,
disteso verso il basso, con la mano che sembra indicare in quella direzione.
Donna e bambino si trovano su una piattaforma (erba?) sostenuta da quattro colonne a
ognuna delle quali corrispondono una scritta e degli oggetti.
Prima colonna a sinistra: un altare, un calice e un'ostia; "Religio".
Seconda colonna: spada e scettro incrociati; "Maiestas".
Terza colonna: libro aperto con iniziali "LL"; "[Art.?] Lit.".
Quarta colonna: un aratro; "Labor".
Religione, autorità politica, scienze e lavoro sono quindi i sostegni fondamentali della res publica, dello stato. Le cornucopie che incorniciano la scena alludono alla prosperità che solo l'azione combinata di questi quattro fondamenti potrà garantire.
Meno chiaro il rapporto tra la donna e il bambino, il ruolo stesso di ognuna delle due figure.
La corona e la spada porterebbero a identificare la donna con il potere del principe. Il bambino, sul capo del quale stende la mano in un gesto di protezione, potrebbe essere il popolo. D'altra parte la mano sinistra della donna -- rivolta in basso al contrario della destra che alza al cielo la spada -- non si trova nella stessa posizione che ha in tante immagini della Giustizia dove sostiene la bilancia? Donna e bambino insieme potrebbero allora rappresentare la Giustizia.
Ma perché è il bambino a indicare i quattro pilastri? E non ha un significato proprio, specifico, il suo braccio sinistro ripiegato in quel modo così particolare?