Università di Modena e Reggio Emilia -
Biblioteca universitaria giuridica
Fondo antico - Immagini della Giustizia: la bilancia e la spada: storia (2)
testatine
(1), (2)
finalini
capilettera
attributi
storia (1), (2), (3)
"persona"
varie:
mano, occhio
triangoli (1), (2)
simmetria
Hypnerotomachia
[a cura di a.l.]
storia (2)
Quando la Giustizia "in persona" fa la sua comparsa nel medio evo, è nella veste di virtù cristiana. Una delle quattro virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza. La bilancia è ormai un suo attributo costante.
All'idea di giustizia si associa qui quella di ordine, armonia. E sembra si tratti più dell'ordine cosmico che di un qualsiasi ordinamento giuridico. La bilancia è la stessa delle scene del Giudizio scolpite sulle facciate delle cattedrali ma è anche, nella sua simmetria, una immagine di questo ordine.
La spada, che nelle scene del Giudizio finale figura nelle mani dell'arcangelo o esce dalla bocca del Cristo giudice, era soprattutto un attributo del comando e della potenza politica.
Così Paolo nella Lettera ai Romani (13, 1-4):
Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio [...] Vuoi non aver da temere l'autorità? Fà il bene e ne avrai lode, poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada [...].
È la spada impugnata dal sovrano nelle miniature del Decretum Gratiani; quella invocata da Lutero -- che richiama appunto le parole di Paolo citate sopra -- contro le bande dei contadini insorti; la spada del Leviatano di Hobbes.
L'unione tra bilancia e spada nella raffigurazione della Giustizia si ha a partire dal XIII secolo.
Un capitolo del saggio di Sbriccoli chiarisce bene i fatti a cui
risponde questa affermazione della spada nelle immagini della Giustizia: L'avvento del penale. La Giustizia non è
più una virtù (pp. 58-60).
La pratica giudiziaria e le teorizzazioni dei giuristi contribuiscono insieme, a partire dalla seconda metà del Duecento,
all'instaurazione nelle città di un ordine penale pubblico:
è allora che "il penale", in quanto tale, fa la sua apparizione e si insedia nell'ordine giuridico coi suoi caratteri di necessità, pubblicità, retributività.
Il nuovo giudice [...] cessa di essere un arbitro per farsi accusatore e decisore, inquirente e giudicante [...]; la Giustizia non ha più molto da mediare tra cielo e terra e c'è da dubitare che resti ancora una virtù.
La costruzione di questa nuova dimensione giuridica viene sostanzialmente a coincidere con l'emergere della spada come nuovo attributo della Giustizia. Ma d'altra parte
l'avvento del penale non si consuma in un "fiat" [...] l'egemonia del potere punitivo pubblico impiegherà qualche secolo a divenire (formalmente) monopolio della potestà punitiva degli Stati.
E nelle immagini proposte qui la Giustizia, con la sua spada, figura ancora tra le altre virtù.