Università di Modena e Reggio Emilia -
Biblioteca universitaria giuridica
Fondo antico - Immagini della Giustizia: riquadri e medaglioni incisi: Ne major poena quam culpa sit
testatine
(1), (2)
finalini
capilettera
attributi
storia (1), (2), (3)
"persona"
varie:
mano, occhio
triangoli (1), (2)
simmetria
Hypnerotomachia
[a cura di a.l.]
Ne major poena quam culpa sit, 1794
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La Giustizia bendata tiene con la mano destra la bilancia, che ha nei due piatti da una parte un peso e dall'altra un ramoscello d'olivo, mentre con la mano sinistra regge un libro che tiene aperto sulle ginocchia. La spada è a terra, sotto i suoi piedi; sullo sfondo una colonna; su un nastro il motto: Ne major poena quam culpa sit.
La preoccupazione che la pena non sia maggiore della colpa denuncia una data avanzata, con alle spalle anni di pensiero illuminista, come appunto il 1794 in cui Renazzi pubblica la sua opera.
Sui bracci della bilancia il peso della pena deve tenersi in equilibrio con il rametto d'olivo. La spada è in secondo piano, anzi sotto i piedi, mentre al pari della bilancia resta in evidenza il libro. Con l'effetto involontariamente comico che si ha vedendolo aperto sulle ginocchia di una figura bendata, che non può leggerlo.