Università di Modena e Reggio Emilia -
Biblioteca universitaria giuridica
Fondo antico - Immagini della Giustizia: Dei delitti e delle pene: le tre teste della Prudenza
testatine
(1), (2)
finalini
capilettera
attributi
storia (1), (2), (3)
"persona"
varie:
mano, occhio
triangoli (1), (2)
simmetria
Hypnerotomachia
[a cura di a.l.]
antiporte: C. Beccaria, Dei delitti e delle pene:
le tre teste della Prudenza
Per capire a cosa ci si riferisce qui quando si parla della Prudenza, e per farsi un'idea dei possibili rapporti tra questa virtù -- una delle quattro virtù cardinali -- e il tempo, basterà tenere presente una frase del Convito (IV, 27) dove Dante non fa che riprendere un luogo comune della scolastica:
Conviensi adunque essere prudente, cioè savio: e a ciò essere si richiede buona memoria delle vedute cose, e buona conoscenza delle presenti, e buona provvedenza delle future.
Ecco due esempi, tratti da Panofsky 1962, delle figure a tre teste -- in genere di diverse età: giovane, maturo, vecchio -- che a partire dal medio evo simboleggiano la Prudenza.
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In un dipinto di Tiziano alle tre teste umane corrispondono, nella parte inferiore, tre teste animali: lupo, leone, cane.
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Derivano, è stato detto, dal mostro tricefalo cinto da un serpente che accompagnava Serapide, divinità dell'Egitto ellenistico, nel santuario di Alessandria.
Ma poiché Serapide [...] sembra aver iniziato la sua carriera come divinità
del mondo ctonio (era difatti indicato come "Plutone" o "Giove Stigio"), è possibile
che il suo compagno tricefalo sia stato nient'altro che una versione egizia del Cerbero di
Plutone, con due delle tre teste di cane di quest'ultimo sostituite da teste di divinità
indigene in rapporto con la morte [...]. Il serpente sembra essere l'incarnazione di Serapide
stesso.
(Panofsky 1962, p. 155, e da Panofsky si ricava anche
l'illustrazione qui a fianco, da L. Begerus, Lucernae ... iconicae, 1702)
La fonte di questa interpretazione è Plutarco (De Iside et Osiride, 28 e 78).
Nel medio evo cristiano si impose invece la versione di Macrobio (Saturnalia I, xx), che
vede nella triade zoomorfa un'immagine del tempo -- passato, presente, futuro: lupo, leone, cane -- e in Serapide una
divinità solare.
Il serpente era già simbolo del tempo, o
più esattamente del tempo ciclico, ma anche della Prudenza (cfr. la
marca tipografica dei fratelli de Tournes e la prima figura
di questa pagina).
Tra umanesimo e rinascimento la voga della "letteratura" emblematica si impadronisce della nostra triade, che finirà per perdere ogni riferimento alle sue origini.
Il primo dei due esempi che seguono è un particolare da una tavola del libro su Le imagini de i dei de gli antichi di Vincenzo Cartari (1556), dove si tratta ancora di Serapide ma identificato, seguendo Macrobio, col sole. Il serpente e le tre teste vengono quindi riferite al tempo: "signore del tempo" il serpente; passato, presente e futuro raffigurati rispettivamente dal lupo, dal leone e dal cane. Il secondo esempio è tratto dall'Iconologia di Cesare Ripa (1643) e rappresenta il Buon Consiglio, con nel palmo della mano sinistra la figura a tre teste.
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Le due triadi del dipinto di Tiziano, umana e animale, vengono così a coincidere sotto il segno della meditazione sulla vicenda umana nel tempo, e sulla virtù necessaria per affrontarla.
È curioso che proprio in un classico dell'illuminismo come il libro di Beccaria si finisca in qualche modo per riportare la triade nobile, quella umana, al mondo dei morti da cui medio evo, umanesimo e rinascimento avevano strappato la trinità nera di Serapide.