Università di Modena e Reggio Emilia -
Biblioteca universitaria giuridica
Fondo antico - Immagini della Giustizia: Observationum ratiocinantium ...: sguardi. aura
testatine
(1), (2)
finalini
capilettera
attributi
storia (1), (2), (3)
"persona"
varie:
mano, occhio
triangoli (1), (2)
simmetria
Hypnerotomachia
[a cura di a.l.]
antiporte:
G.G. Titius, Observationum ratiocinantium ...:
Lauterbach e l'angelo:
sguardi, aura
Che cos'è l'aura?
L'esperienza dell'aura riposa sul trasferimento di una forma di reazione normale nella società al rapporto della natura con l'uomo. Chi è guardato o si crede guardato | leva lo sguardo | risponde con uno sguardo. Fare esperienza dell'aura di un fenomeno o di un essere significa accorgersi della sua capacità di | levare | rispondere con lo sguardo. Questa capacità è piena di poesia. Quando un uomo, un animale o un essere inanimato leva il suo sguardo sotto il nostro, per prima cosa ci attrae lontano, il suo sguardo sogna, ci trascina nel suo sogno. L'aura è il manifestarsi di una lontananza, per quanto vicina essa sia. Anche le parole hanno la loro aura: Kraus l'ha descritta con particolare precisione: "Quanto più da vicino si guarda una parola, tanto più lontano essa guarda a sua volta".
Nel mondo c'è tanta aura quanto vi rimane di sogno. L'occhio desto non perde l'arte dello sguardo quando, in esso, il sogno si spegne. Al contrario, solo allora lo sguardo diventa veramente insistente. Cessa di assomigliare allo sguardo dell'amata che, sotto quello dell'amato, alza gli occhi, e comincia piuttosto a somigliare allo sguardo con cui il disprezzato risponde a quello di chi lo disprezza, l'oppresso a quello dell'oppressore. Da questo sguardo ogni lontananza è cancellata, è lo sguardo di chi si è svegliato da ogni sogno, della notte come del giorno. [...]
(Benjamin 2013, p. 153)