Università di Modena e Reggio Emilia -
Biblioteca universitaria giuridica
Fondo antico - Immagini della Giustizia: antiporte: G.G. Titius, Observationum ratiocinantium ... (1)
testatine
(1), (2)
finalini
capilettera
attributi
storia (1), (2), (3)
"persona"
varie:
mano, occhio
triangoli (1), (2)
simmetria
Hypnerotomachia
[a cura di a.l.]
antiporte e frontespizi incisi:
G.G. Titius, Observationum ratiocinantium ..., 1717 (1)
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In primo piano un uomo in abito dell'epoca ha in mano un frammento di un antico edificio; ai suoi piedi colonne spezzate, rovine. Sullo sfondo altre rovine.
L'uomo, che fissa quel frammento con un misto di stupore e devozione, sarà probabilmente W.A. Lauterbach: essendo il suo Compendium un trattato di diritto romano, ci viene mostrato davanti alle rovine del passato che con la sua opera ha voluto illustrare e onorare.
Alle sue spalle la Giustizia, con bilancia e spada, siede su un trono intagliato in forme fantastiche -- di foglie dorate, possiamo immaginare. Il viso della Giustizia è rivolto all'osservatore; l'espressione impenetrabile, la perfezione stessa dell'ovale fanno pensare a una maschera. |
Ai lati del trono, disposti simmetricamente, due giuristi: la stessa faccia
barbuta, lo stesso abito nero, bavero bianco, cappello. Più che alla tradizionale distinzione tra diritto canonico e diritto romano, sembrano riferirsi alle parole con cui Titius apre la sua prefazione: Quemadmodum homines, duplici imperio, divino scilicet & humano, subsunt, ita eos in universum, duplicis generis legibus, divinis puta ac humanis, regi inde consequitur.E specifica poi che parlando di leggi divine intende riferirsi principalmente al diritto naturale, mentre leggi umane saranno quelle che ogni stato, a partire da quei principi, dovrà darsi per regolare la vita civile. |
(Una differenza c'è nell'abbigliamento dei giuristi gemelli: quello a sinistra -- alla destra della Giustizia -- ha un cappello diverso dall'altro per le tese, il bordo, che nel suo caso si estende solo a un lato della testa. Il particolare non sembra spiegabile come una semplice svista dell'incisore.)
Dietro al giurista con la visiera dimezzata, a sinistra, sta una figura maschile, giovane, in
una veste all'antica. Con la mano destra indica la Giustizia; rivolge lo sguardo all'occhio irraggiante luce al centro
di un cerchio di nuvole che occupa quasi interamente la parte visibile del cielo. L'occhio è un'immagine tradizionale della divinità, dall'Egitto dei faraoni alle chiese cristiane. |
Questo, in particolare, delle Observationes di Titius si può confrontare con quello che troviamo in un capolettera di un libro francese pubblicato nello stesso periodo: una L.
Il giovane vestito all'antica è una figura intermedia tra la sfera divina e quella del diritto: di qui la sua posizione, lo sguardo rivolto in alto e il gesto con cui indica la Giustizia. |