Università di Modena e Reggio Emilia -
Biblioteca universitaria giuridica
Fondo antico - Immagini della Giustizia: bilancia e spada: storia (1): Giudizio finale, croce
testatine
(1), (2)
finalini
capilettera
attributi
storia (1), (2), (3)
"persona"
varie:
mano, occhio
triangoli (1), (2)
simmetria
Hypnerotomachia
[a cura di a.l.]
la bilancia e la spada: storia (1):
il Giudizio finale, la croce
Nelle scene del Giudizio escatologico è l'arcangelo Michele
che pesa le anime sui piatti di una bilancia, assumendo il ruolo che nella
psicostasia egiziana era stato di Anubi. Ma San Michele è anche il Principe della Milizia celeste. Sono numerose nelle nostre chiese le immagini che lo ritraggono con lancia e scudo mentre si batte con Satana. "Michele e i suoi angeli combatterono il drago" (Apoc., XII, 7). In molti casi finiscono per unirsi i due temi della pesa delle anime e del combattimento. L'arcangelo si mostra allora con una spada o una lancia nella mano destra e la bilancia nella sinistra. |
|
In certi casi, come nell'esempio proposto qui a fianco da un corale quattrocentesco della
Biblioteca Malatestiana, è Cristo nella sua funzione di giudice che impugna la
spada. D'altra parte sono la croce e il corpo stesso di Cristo che si identificano con il giudizio sul mondo. |
L'immagine del Cristo apocalittico della Sainte-Chapelle, se si osservano i due candelabri che vengono a trovarsi ai lati della spada, rimanda appunto alla croce e, con ogni probabilità, anche a una bilancia.
|
Già nel VI secolo, nell'inno Vexilla Regis, coś si rivolgeva alla croce Venanzio Fortunato:
beata cuius brachiis saecli pependit pretium statera facta est corporis praedam tulitque tartari |
lei beata alle sue braccia fu appeso il prezzo del mondo fu fatta bilancia di un corpo e tolse la preda all'inferno |
In Germania, alla fine del medio evo, la scena del Giudizio finale si trova normalmente dipinta alle spalle del giudice nella sala dove si svolgono i processi.
Il giudice deve sedere sul seggio di giustizia come un leone che ruggisce, incrociando la gamba
destra sulla sinistra, concentrato sul retto giudizio e sull'istanza in corso, con al di sopra
del suo capo il Dio del Giudizio finale.
(Libro degli statuti municipali di Soest, Westfalia,
ca. 1450, citato da Jacob, p. 59)
È possibile che questo genere di dipinti destinati alle sale d'udienza derivi dalla
decorazione dei portali delle chiese davanti ai quali originariamente si rendeva giustizia.
In alcuni casi, come nell'immagine riprodotta qui a fianco, il rapporto tra il tribunale celeste e quello terrestre è il soggetto stesso
del quadro che viene a trovarsi alle spalle del giudice.
Nello stesso periodo in Francia sarà la scena della crocefissione a trovarsi alle spalle del giudice, sopra la sua testa, al posto del Giudizio finale. Una serie di questi tableaux de justice è documentata e discussa da Jacob, p. 48-58.
All'origine sta la figura dell'albero ai piedi del quale, a partire da epoche che precedono la cristianizzazione, si rendeva giustizia: l'albero asse del mondo che unisce la terra al cielo. Su questo asse si dispone il giudice, ai piedi della croce o del Giudizio finale.
Da un altro punto di vista -- quello delle scuole esoteriche -- il centro
della croce è il luogo dove si unificano tutti i contrari e si
risolvono tutte le opposizioni.
Si esprime in tale figura un'idea di equilibrio, armonia e giustizia.
Questa croce non sarebbe altro che "il riflesso, nell'ordine della
manifestazione, dell'immutabilità assoluta del principio"
(Guénon, Simboli, p. 66-67).
Non sembra essere la stessa croce da cui si alzano le grida di Gesù di Nazareth; ma non è
escluso che la giustizia-armonia immutabile sia più vicina di quella messianica al senso di
molte figure che si incontrano tra le pagine dei nostri libri.
Tra l'altro si può anche cominciare a capire come, in quest'idea di
equilibrio-armonia-giustizia, la bilancia zodiacale e quella
della Giustizia finiscano per incontrarsi.